Questa tua minaccia è però già servita a cambiare molti punti, giudicati inaccettabili anche all’interno della maggioranza, tra cui la soppressione delle feste laiche, e non solo.
La lotta contra l’evasione fiscale, per la redistribuzione della tassazione (anche i ricchi paghino!) è già, almeno sembra, una svolta acquisita.
Ma,- tu dici,-non deve servire solo per far cassa in tempi d’emergenza: occorrono misure strutturali per rendere impossibile la prima, giorno per giorno, con la tracciabilità dei pagamenti in contanti, e confermare la seconda, come prevede l’articolo 38 della Costituzione.
A fronte del numero di cassette con soldi, titoli e gioielli , emigrate la scorsa settimana dalle banche italiane a Lugano, si constata che i ricchi si sono già organizzati, e, patriotticamente, vogliono andare a risiedere in Svizzera. L’Italia? Un paese di merda.
2)
Per quanto riguarda i tagli alla spesa tu consigli di eliminare tutte le consulenze attualmente in vigore nei ministeri, ( per un risparmio di 4 miliardi di euro), e di azzerare invece i tagli ai Comuni, consentendo loro di dare ai cittadini quei servizi necessari per sopravvivere.
Al massimo per i risparmi necessari sulle poltrone, sarebbe opportuno accorparli . Solo all’isola d’’Elba ce ne sono 8!...
Ma soprattutto lo scopo dello sciopero dovrebbe indurre il governo a ritirare l’articolo 8 della manovra, voluto dal “socialista” riformatore Sacconi, per rendere normativa la contrattazione aziendale voluta da Marchionne a Pomigliano,consentendo dei licenziamenti, e aggirare così il contratto nazionale, senza nemmeno bisogno di sopprimere l’art.18. “ Ce lo ha chiesto la BCE- hanno detto- ma la lettera firmata da Trichet e da Draghi nessuno l’ha letta.
Ufficialmente la misura dovrebbe servire per favorire la crescita produttiva, (fatta poi a favore di un’impresa, la Fiat, che, tra l’altro, non sa ancora se investire o no nel nostro paese in futuro, soprattutto a Mirafiori, dove dovrebbe produrre i Suv per la Chrysler)
Ma in realtà l’art.8 è nato soprattutto per scardinare l’accordo unitario stipulato dalle 3 confederazioni sindacali con la Confindustria, il 28 giugno 2011.
E ancora ieri a Cernobbio il rimprovero maggiore alla manovra era l’assenza di misure per la crescita.Lo ha detto anche Emma Marcegaglia.
Tu Susanna hai parlato anche delle pensioni: tutti reclamano la necessità di uno stop a 67 anni, come in Germania, ma resta il problema dei COCOPRO , che avranno pensioni di fame, e per i quali la manovra non prevede nulla. E’ di questo che tu preferiresti parlare.
In tempo di crisi non siamo sicuri di nulla: l’infelicità è generale, perché non c’è lavoro, c’è molto precariato,e non c’è nessun tipo di giustizia.
Il mondo, diviso in ricchi,(che vogliono dai dipendenti sempre più sforzi,dando loro sempre meno danaro, e sempre meno tempo di vivere), e in poveri, oppressi, che non sanno se rassegnarsi al peggio, accettando qualunque cosa, o tentare di ribellarsi.
A me sembra che la società civile debba sostenere le tue richieste, Susanna, molto concrete : o partecipiamo attivamente per cercare di correggere questa aberrante realtà oppure finiremo tutti col subirla.
Dovremmo utilizzare la libertà di pensare e di scrivere per cercare di arrivare alla verità.
E, mordere la mela dall’albero del bene e del male significa scoprire i problemi, i rischi pericolosi e il dolore: non solo il proprio, ma soprattutto quello degli altri.
3)
Tu hai detto: Basta!
In russo sciopero si dice zabastovka : hanno incorporato nel termine la parola italiana, ma nel 1921, a Kronstadt, Lenin e Trozky lo proibirono: spararono sugli insorti che lo volevano, e fu l’inizio del Termidoro e della fascistizzazione della società sovietica: la fine della Rivoluzione.
La situazione si ripeté in tutti i paesi dell’Est, in ’Ungheria, nel ’56, in Cecoslovacchia, nel ’68, e lo sciopero fu possibile solo in Polonia, grazie ai legami finanziari che il sindacato Solidarnosc aveva col Vaticano, lo IOR e l’Opus Dei.
Cara Susanna, ti hanno criticata, da destra e da sinistra: ti hanno rimproverato un’eccessiva precipitazione nel prendere questa decisione dello sciopero contro la manovra, peraltro ancora in corso di definizione alla Commissione Bilancio.
Tu hai risposto che vuoi condizionare il Parlamento, dove si legifera, e non di reagire a cose fatte, quando la legge è legge. E’ di stasera la notizia che in Commissione Bilancio l’art.8 è stato confermato. Quindi avevi ragione a programmare lo sciopero.
Ti hanno rimproverato di essere rimasta prudente, quando Landini e la Fiom volevano farlo, al momento dei referendum a Pomigliano. E ce ne era di che.
Nel contratto ad aziendam era implicita una soluzione:Come ridurre in fabbrica i tempi morti e produrre di più? Un ingegnere giapponese di nome Jhamashima aveva inventato una nuova metrica del lavoro. (World class manufacturing).
E a Pomigliano dirigenti Fiat e sindacati avevano discusso per settimane per ridurre la pausa - pranzo da 40 a 30 minuti, per consentire agli operai 8 movimenti supplementari, e produrre così, nell’arco della giornata, 25 auto in più, che, nel corso dell’anno, sarebbero diventate 6500.
Quando gli operai hanno letto la proposta volevano discutere, apportare delle modifiche, come sempre avevano fatto nel corso di una trattativa. Non fu possibile.
-Non avete capito - Il testo non cambierà.
Sul piatto 780 milioni di euro, di investimenti, I soldi serviranno anche per formarvi al nuovo prodotto e alla nuova grammatica tempistica. La catena di montaggio non è robotizzata. Ora tocca a voi robotizzarvi -.
a) Invece di andare a prendere i pezzi necessari, e fare due passi, troverete tutto accanto a voi, e quindi basterà una torsione del busto!.. Tempo: 72 secondi.
(A Melfi,dove si fabbrica la Grande Punto, il sistema funzionava già così, e c‘erano già dei casi gravi di discopatie. E per questo la Fiom aveva vinto le elezioni, ed era li il primo sindacato, battendo i riformisti della UIL).
b) La Fiat poteva ’ inoltre chiedere, in funzione delle ordinazioni ricevute dal concessionario, 80 ore di straordinario a testa, con preavviso di 3 giorni, oppure sulla mezz’ora di riposo.
(P.Griseri, Repubblica del 16 giugno 2010 ).
c) Un’operaia, madre di 3 figli, (salario 1600 euro al mese, con premi di produttività e assegni familiari), intervistata da Repubblica TV, ha detto che anche per andare alla toilette avrebbe dovuto farsi sostituire: la catena non poteva fermarsi!..
Mi chiedo: l’operaio di Pomigliano, globalizzato alla giapponese, si chiamerà CACO-POCO-PE -POCO-MOTO? !...
4) Il “ Memoriale” di Paolo Volponi. (1924-1994)
Lo avevo letto tanto tempo fa, ma mi è sembrato di nuovo molto attuale, soprattutto in relazione a 3 fattori : Il lavoro in fabbrica, il tempo, e la salute del corpo di chi ci lavora.
Volponi lo scrisse nel 1962, in pieno miracolo economico. Non è solo un romanzo riuscito ma un vero capitolo sociale della nostra storia.
“La fabbrica- disse- è stata la mia università”.
Pur essendo laureato in legge, aveva deciso di fare direttamente un’esperienza di lavoro da operaio nella Olivetti di Ivrea, dove Adriano Olivetti aveva avviato un nuovo esperimento di fabbrica umana, avvicinando gli scrittori al mondo industriale, e impegnandosi con nuovi piani architettonico-urbanistici, sia a Ivrea che a Pozzuoli.
La redazione di un Memoriale autobiografico era servita a Volponi per rivisitare gli eventi di un periodo importante della vita, alla luce delle conseguenze successive.
Né la fiction né un saggio storico possono adempiere al compito di registrare i mutamenti cellulari della storia collettiva, in seno alla vita privata. Può farlo solo l’autobiografia, che consente una testimonianza critica.
L’Io narrante è quindi l’operaio Albino Fallugia, reduce nel 1945 dal campo di concentramento tedesco, dove si era ammalato di tubercolosi polmonare.
Perché era entrato in fabbrica, se lo stabilimento gli appariva come la continuazione dell’universo concentrazionario in cui aveva vissuto in Germania ?Era ’ lavoro : gli dava da mangiare.La fabbrica era bella, ordinata, gli piaceva, e voleva capirne logica e funzionamento.
Dapprima aveva preso il lavoro come una sfida, una gara, una corsa contro il tempo.
Pian piano si rende conto della realtà: i tempi di funzionamento della cesatrice, la macchina a cui era addetto, collidono con i ritmi biologici del suo corpo, sovvertendoli.
In fabbrica non aveva tempo: né di interessarsi agli altri, di farsi degli amici, né di costruire rapporti. Nella gara col tempo della macchina la solitudine era assoluta.
La Malattia.
Respirando la polvere di metallo creata dalla cesatrice la sua tubercolosi polmonare si aggrava.
Albino suda, tossisce senza posa, fa esami e la lastra dice che è molto malato: deve smettere di lavorare e andare in sanatorio.
Ci resta 2 anni: il tempo affannato della corsa diventa il tempo da malato, scandito dalle medicine da prendere, all’alba, al tramonto, segnato dalla contemplazione dei paesaggi, che dalla fabbrica non era più possibile guardare, tanto la terra intorno era devastata.
Una volta guarito, al momento del ritorno al lavoro, non può continuare a farlo come prima.
La fabbrica lo aveva distrutto, lo aveva curato, e ora gli aveva assegnato un posto di piantone, di sorvegliante: un lavoro tranquillo. Aveva di nuovo il tempo di guardare gli altri.
***
E’ l’’ultimo capitolo del “Memoriale”, che presenta impressionanti particolari di somiglianza con la situazione odierna, nella fabbrica giapponesizzata di Pomigliano.
Anche se si trattava di uno stabilimento dell’era fordista, la logica è rimasta la stessa: come ottenere dai lavoratori una maggiore produttività.
Albino, da sorvegliante, constata un cambiamento, un’agitazione crescente, un viavai inedito fra i suoi colleghi…
In molte linee di lavoro ci sono sovraccarichi nuovi, e senza aumenti di salario. Le condizioni sono molto peggiorate.
Gli operai della Commissione Interna vengono ricevuti dai dirigenti, ma non ascoltati.
(Esattamente come ha fatto Marchionne con Landini …)
Quando gli operai escono fuori dai cancelli per distribuire i volantini di denuncia redatti dalla FIOM per proclamare lo sciopero, la Direzione chiama la polizia. La Celere usa gli idranti, e i manganelli, e si decide poi anche a tirare.
Albino, legge il volantino della Fiom: Sciopero in difesa della dignità, contro una condizione di schiavitù”.
Nella sua nuova qualità di piantone, riesce ad attraversare velocemente tutti i reparti, e ad arrivare fino alle cucine. E, ai cuochi che si preparavano a servire il pasto alla mensa, fa in tempo a gridare: Sciopero! Scioperate tutti
Grande confusione di pentole in ebollizione e di uomini in perplessità, poi tutto si blocca.
La gente comincia a uscire, e lo sciopero riesce.
Ma Albino , convocato all’ufficio del personale, riceve una diffida, perde il lavoro, e viene licenziato.
Conclusione:
Noi della società civile sappiamo che con uno sciopero nel marzo del 1943 la classe operaia a Torino si fermò per non fabbricare più armi. Disse no alla guerra fascista, ben prima dei notabili del Gran Consiglio, che lo fecero solo il 25 luglio.
Come ieri anche oggi, in un momento tragico della storia italiana, la classe operaia è ancora in prima fila.
Oggi sappiamo che i lavoratori in Cassa integrazione aderenti al tuo appello domani scenderanno in piazza, non solo contro l’articolo 8 della manovra, ma anche contro un governo scandaloso, corrotto e inconcludente, che ha detto tutto e il suo contrario. E rischieranno duro, perché non si sa se in settimana il Governo blinderà il provvedimento con la fiducia, e impedirà al Parlamento di discutere.
In questo caso, se l’articolo 8 non verrà ritirato, sarebbero certamente gli operai a pagare più di tutti, e lo faranno ancora più duramente nei prossimi mesi.
Perciò bisogna sostenerli, prima che il Parlamento traduca in legge il decreto del CDM.
E scenderemo in piazza anche noi per raccogliere le firme per il Referendum, perché, cambiare questa legge elettorale è altrettanto urgente che approvare la manovra
. Non ne possiamo più di un’assemblea di nominati e di yes-men, corvèables à gogò, che rispondono solo ai capi quando impongono la fiducia, e non ai cittadini elettori.
Perciò sento il bisogno di dirti:
-Forse questa grave crisi è un’opportunità. La storia siamo noi!.... Siamo con voi, siamo con la CGIL, pronti a difendere la giustizia e la democrazia”.
abortion pill online
an abortion pill ordering abortion pills to be shipped to house
ordering abortion pills to be shipped to house
abortion pill where to buy abortion pill
where can you buy the abortion pill
online where to buy abortion pills online
medical abortion pill online
click here where can i buy abortion pills
buy the abortion pill online
read here abortion pill buy online
abortion pill buy online
click here buy cytotec for 24 week abortion
abortion pills
online where can i get the abortion pill online
free android spyware apps
link sms spy free
bystolic discount card
open forest patient assistance
cialis dosage recommended
click cialis dose 40
Nessun commento