I fatti, credo, sono noti a tutti: è stata convocata un'assemblea aperta al pubblico, nel corso della quale decine di sindaci dei comuni della provincia hanno preso la parola, alcuni sostenendo di essere contrari alla privatizzazione dell'acqua "bene pubblico", i più per dichiarare di essere contrari ad un ricorso al TAR avverso la delibera del COVIRI che impone al gestore ACEA SPA di recedere dagli aumenti tariffari unilateralmente determinati, per di più con effetto retroattivo. Ebbene, dopo ore di simile andazzo, si è scoperto che la giunta dell'assemblea (la consulta) aveva già espresso, in una precedente riunione, parere favorevole al ricorso, e per di più che tale determina non poteva nemmeno essere votata dall'assemblea per mancanza di numero legale: i pregiati oratori, dopo il loro momento di gloria, si erano man mano defilati. Pochi giorni dopo l'adunata del 14 gennaio è scoppiata la "notizia bomba": ci sarebbero una ventina di iscritti nel registro degli indagati, in seguito ad un'inchiesta della Procura di Frosinone (eppur di muove, verrebbe da dire...). Ecco dunque che il comportamento dei sindaci nell'adunata del 14 gennaio comincia ad apparire "razionale": così come a chi scrive era "giunta voce" di un fascicoletto sul tavolo della Procura (ma non avevo dato peso al pettegolezzo: mi sembrava fantascienza...), molto probabilmente anche i sindaci qualcosa sapevano, ed hanno agito di conseguenza, cominciando a prendere le distanze da un'operazione che scotta e, al contempo, evitando di mettersi in rotta di collisione con la lobby dell'acqua con lo stratagemma di tirarla per le lunghe fino a far mancare il numero legale.
Complici occulti, a sostegno dei sindaci del centro-sinistra in questa vergognosa sceneggiata, i sindaci del centro-destra, ai quali il loro rappresentante nella giunta (il sindaco di Castelliri) non avrebbe comunicato per distrazione (dic'isse...) l'avvenuto ricorso al TAR!!! Se c'è qualcuno che vuole credere ad una simile facezia, si accomodi: non è per lui che scrivo questo articolo.
In definitiva mercoledì 14 gennaio 2009 i cittadini intervenuti hanno potuto assistere ad una "rappresentazione a caste unificate", sotto la regia di Francesco Scalia: avvocato, presidente della Provincia, strenuo fautore di un aeroporto a Frosinone.
Ora dobbiamo cercare di capire cosa significa quello che è accaduto. Nell'esporre le mie argomentazioni partirò da alcuni presupposti oggettivi e da altri soggettivi.
- le public utilities (acqua, smaltimento rifiuti etcc) sono un affare di grosse dimensioni che fa gola al settore privato
- la classe politica locale è sicuramente riuscita ad inserirsi nei processi di assegnazione a gara relativamente alla gestione dell'acqua e della filiera dei rifiuti. Non sono le sole compromissioni della casta ciociara, ma sono quelle più evidenti o, se preferite, più alla moda.
- in Ciociaria l'organizzazione del potere segue un modello "a capo bastone". Per capirci: le cordate che controllano politicamente la filiera dell'acqua e la filiera dei rifiuti non sono le stesse, sebbene possano essere alleate all'interno di uno stesso partito o della stessa coalizione, e sono sempre guidate da un singolo personaggio. Poiché la Ciociaria è amministrata, per gran parte del suo territorio, dal centro-sinistra, possiamo definirli sotto-cacicchi. Nulla cambia, ovviamente, per i territori amministrati dal centro-destra, se non il nome: in questi casi il termine sotto-panza mi sembra più appropriato.
- l'opposizione non ha alcuna intenzione di rompere il giocattolo, anche perché si ha l'intelligenza di non lasciarla mai del tutto a pancia vuota. Quello che l'opposizione vuole è semplicemente subentrare all'attuale maggioranza. Magari facendo leva sugli errori e sulle "disgrazie" della maggioranza.
Tra pochi mesi si vota per le europee e le provinciali, non si sa ancora con quale sistema elettorale, ma non è escluso che si decida (magari in extremis) di estendere, il più possibile, il criterio delle liste bloccate. So bene che qualcuno può obbiettare che questo tema non è all'ordine del giorno, ma accetto scommese...
In ogni caso, se così fosse, allora la campagna elettorale, per i singoli candidati, non si giocherebbe più con gli elettori (nemmeno in minima parte) ma ancor di più all'interno di un complesso sistema di scambi e favori di natura lobbistica, in esito ai quali verrebbe determinata la posizione in lista di ciascun candidato. Un segnale molto convincente nei confronti dei "ranghi bassi" della casta Ciociara, il cui grado di asservimento, come è emerso bene da quanto è accaduto mercoledì 14 scorso, è assai alto: davvero nessuno dei sindaci intervenuti era a conoscenza del fatto che il ricorso al TAR era già stato avviato? Ma soprattutto: come mai nessuno ha chiesto, per ore, di mettere ai voti quella determina di giunta? La sola spiegazione ragionevole che riesco a trovare è che l'assemblea dei sindaci altro non è che un gregge di ovini ubbidienti, tra i quali non uno ha avuto il coraggio, oserei dire la dignità, di alzarsi e chiedere conto al "sommo pastore", l'egregio avvocato Scalia, del ricorso al TAR in tutta segretezza (anche all'oscuro dei sindaci? Non ci credo!) già inoltrato. Inoltre, e qui emerge un aspetto della vicenda francamente offensivo nei confronti dei cittadini di questa provincia, molti dei sindaci intervenuti, silenti sul piano sostanziale, si sono avventurati in apassionate, quanto farisaiche, considerazioni sull'acqua "bene pubblico", esprimendo altresì il loro dissenso in merito alla politica gestionale di ACEA SPA.
Una riflessione particolare merita il presidente di siffatta illustre assemblea, l'avvocato Francesco Scalia, il quale sa molto bene di essere ad un punto cruciale della sua carriera politica. Quale che sarà la legge con cui andremo al voto per le europee, ed anche se non dovesse passare il delirante progetto di riproporre le liste bloccate, Scalia sa bene che le sue speranze di passare dalla poltrona di Presidente della Provincia ad un seggio nell'euro-parlamento o di ottenere un incarico da assessore regionale sono completamente nelle mani del suo partito, dal quale circa un anno fa ha ricevuto uno smacco memorabile con la mancata elezione alla carica di coordinatore regionale. Per somma sventura, in questo frangente egli appare candidato al ruolo di "capro espiatorio", perché ciò fà comodo sia al ramo di destra della casta (per l'imminenza delle elezioni) che a quello di sinistra, il quale ultimo sarebbe ben lieto di poter dire "visto quanto sono indipendenti i sindaci, che si sono ribellati al quel cattivone di Scalia? E' tutta colpa sua, noi siamo sempre dalla parte del popolo!". Insomma, Scalia rischia di diventarmi simpatico, vista la mia predilezione per le cause perse....
Il 27 p.v. si riunirà nuovamente l'assemblea dei sindaci. E' possibile, pertanto, che tutto quello che ho affermato sull'indipendenza dei nostri eroici sindaci possa essere clamorosamente smentito dai fatti, magari l'assemblea respingerà l'ipotesi di un ricorso dilatorio al TAR, magari voterà per la rescissione del contratto.... vedremo. Io penso, invece, che il ricorso si farà. Il ramo sinistro della casta ha le mani legate, quello destro si prepara a vincere le elezioni provinciali e comunali (dove si vota): affinchè tutto cambi per restare come prima! Anzi, peggio! Perché c'è il rischio concreto che il prossimo presidente della provincia non sappia nemmeno parlare in italiano!
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