Ci sono difficoltà oggi per le famiglie, in una società come questa che non ti permette di avere tempi certi per l'organizzazione familiare. Ma credo sia più grave il fatto che si perda uno dei servizi migliori, forse il migliore, che l'Amministrazione fornisce ai propri cittadini. E non solo dal punto di vista del servizio in sé, ma soprattutto per l'elevato grado di rapporto tra crescita pedagogica e educazione a vivere insieme agli altri.
Ma cosa è realmente successo?
Alla fine di novembre il personale della struttura e alcuni genitori sollevano il problema di una apertura del solatio dell'ultimo piano dell'immobile sito in via Sellari. A parere di molti, e dall'acqua che filtra sempre più copiosamente, c'è un peggioramento della struttura.
L'Assessore Paris, pur transennando l'area in questione, rassicura più volte il personale e le famiglie che lo stabile è sicuro e che si sarebbe adoperato per ripristinare i problemi esistenti. Ma sembra una iniziativa di carattere personale...
Altre perizie, quelle vecchie, non risolvono il dilemma, fino a che le madri preoccupate anche dopo l'evento di Torino dove è deceduto uno studente un po' più grande di me, insistono con le perizie e la ASL, per motivi d'igiene, chiude la struttura.
L'Assessore Calicchia, arrivato a cose fatte e senza un minimo di raccordo con il precedente Assessore, ha l'ardire di affermare che se non fosse stata chiamata la ASL avremmo risolto in famiglia confondendo vieppiù i genitori che si sarebbero aspettati un intervento risolutore e propositivo. Ma più di questo intervento paradossale, è l'incipit del suo discorso che ci ha lasciato pensare: per noi l'asilo ha un costo elevato! Un costo elevato? Lo paga lui? E cosa c'entra questo con il problema attuale?
Qualche giorno prima che succedesse ciò, ad ottobre, l'impalpabile Calicchia si presentava in maniera impropria ad una assemblea delle famiglie del Pulcino (c'ero anch'io presente): abbiamo la soluzione del futuro dei vostri bambini: gli asili nido familiari! Alcune persone, le quali avevano svolto un corso di pochi mesi, avrebbero potuto ospitare fino a 5 bambini e trasformare una ospitalità in un asilo nido familiare! Le sgomenti madri pensavano subito alle tate di vecchia memoria e le perplessità crescevano: ma come dalle tate si è passati attraverso un lungo percorso di riconoscimento dei diritti del bambino e delle responsabilità che la società deve assumere nei loro confronti fin dalla nascita agli asili nido ed ora si torna alle tate? L'interesse pedagogico per la crescita dei bambini è meno importante del problema economico sottostante tanto da ritornare alla spoglia educazione "familiare" del bambino parcheggiato, solo per motivi economici?
Ma sono solo sillogismi impropri, sicuramente. Nel frattempo che l'asilo chiudeva, tanto per non dimenticare che viviamo in una società capitalistica, una sana distinzione di classe dava la possibilità a chi aveva entrambi i genitori lavoratori "certificati" di trovare un posticino negli altri due asili nido Biancaneve e Pinocchio, mentre le mamme, come la mia, senza un lavoro formale o che comunque erano a casa, non rimaneva che riprendersi il bambino. Ovviamente le famiglie più povere o straniere sono state penalizzate. Immediata soluzione invece, bontà loro, hanno trovato i 18 bambini della ludoteca comunale (gestito da privati) anch'essa sita in via Sellari che sono finiti tutti nell'altro asilo nido comunale Pollicino (gestito da privati). Per chi ha deciso tutto ciò, e per l'Assessore Calicchia che condivide sempre, nel bene e, soprattutto, nel male l'operato amministrativo, le somme e le divisioni sono meno pertinenti di quelle che faccio io a due anni! Avesse anche lui, nonostante la barba, solo pochi anni?
Non mi resta che salutare tutti gli operatori a cui voglio tanto bene: i lavoratori dipendenti comunali degli asili ai quali spero non riducano sempre più il servizio a scapito della qualità e a quelli della multiservizi che rischiano che il servizio non sia rinnovato dall'ente e che vada in fumo il posto di lavoro.
Dalla mia casetta, nemmeno tanto calda, Isabella Iafrate
P.S. In compenso però il nostro mirabile governo ha concesso, grazie a me, una bella carta con cui mamma può fare la spesa fino a 40 euro mensili! Non c'è che dire. La qualità della mia vita e della mia famiglia non può far altro che migliorare in questo 2009.
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