1) Il fallimento degli economisti.
L'economia è una scienza? A giudicare dal crollo di tutte le previsioni e dalla evidente incapacità di anticipare, spiegare, dare consigli, si dovrebbe rispondere che i parametri ritenuti vangelo sono falliti.
Nel fenomeno chiamato globalizzaione la finanza ha progressivamente contribuito a modificare le mappe cognitive delle persone e a modificare il loro sistema di valori. Alla radice di questo cambiamento epocale c'è un'ideologia, travestita da presunta scientificità, di cui è imbevuta la scuola di pensiero economico, oggi dominante, che va sotto il nome di Mainstream economico. Si vale di teoremi raffinati, di indagini econometriche, per giungere alla conclusione che i mercati sono in grado di autoregolarsi, di darsi delle regole e di farle rispettare. Alla radice di questa scuola di pensiero c'è il mito dell'efficienza: e la vera bolla mentale è ritenere che una cosa diventa vera e giusta per il solo fatto che la facciamo.
Quindi il rialzo o il ribasso dei valori di borsa diventa la sola misura possibile dell'efficienza: una teoria assimilata e digerita da operatori di mercato, da autorità politiche di governo e dalle agenzie di controllo. Il rischio delle operazioni può essere ridotto a zero, se viene spalmato sul massimo numero possibile di soggetti.
L'euforia ha invaso per 10 anni tutto e tutti: centri universitari di ricerca, centri mediatici e autorità politiche. E' stato abbandonato ogni principio di precauzione,e ignorato il famoso detto di Galbraith:
Ogni tanto è bene separare il denaro dagli imbecilli.
Quando nel 2001, un consigliere di banca, fidandosi delle valutazioni di un'agenzia di rating, mi consigliò di investire un quinto del mio tfr, in un pacchetto di futures, ed io ebbi il torto di fidarmi, di fronte alla vistosa perdita del denaro sul mio conto, cercava imbarazzato di spiegarmi che cosa era successo, soprattutto dicendomi che non ero la sola.Mal comune mezzo gaudio? Mi sforzai di mantenere la calma.
Presi una moneta e gliela misi confidenzialmente sull'occhio:
- Cosa vede ? - chiesi -
Solo la moneta- rispose, con un sorrisetto nervoso.
Allontanai la moneta, e chiesi ancora:
-E ora, cosa vede?
-Vedo lei, la sedia su cui è seduta, la finestra dell'ufficio.
-Ecco: questa è la differenza fra me e lei. Provi ad allontanare la moneta dall'occhio, e cerchi di vedere la persona, intravedere la sua vita, e la situazione in cui ora si trova.. Vedrà tutto il panorama, e questo la aiuterà a fare molto meglio il suo mestiere.
Che cosa era successo? Lo capii molti anni dopo.
Era l'avvento della terza rivoluzione industriale, quella delle tecnologie info-telematiche. Poco prima di lasciare la presidenza americana, il 21 dicembre 2000, Clinton aveva firmato una legge che sottraeva alla Sec, l'autorità di controllo americana, la regolamentazione e la sorveglianza dei derivati, i futures, e questo ne aveva permesso un'espansione senza controllo, e così qualcuno aveva speculato col denaro preso a prestito dalla mia pensione. Non si sapeva nemmeno bene chi. Tutto a grande velocità, e il consulente finanziario, pur essendo in grado di valutare il rischio, non aveva saputo gestirlo, o forse pensava che il portafoglio venduto a me, fosse virtualmente privo di rischi. Anche la mancanza di precise norme di legge a titolo precauzionale, aveva dato il via libera.
La moneta, schiacciata sull'occhio, era la metafora della greek- economy, l'economia dell'avidità, della massimizzazione dei profitti, priva di qualsivoglia dimensione etica. Al centro dell'attenzione c'era la risorsa finanziaria da conquistare,molto più importante della persona umana che era la sottoscritta, e dei suoi progetti di vita, non essendo poi l'operatore in grado di gestire le possibili conseguenze negative.
Ci attendiamo ora un ripensamento dei metodi e dei criteri che porti a una decisa innovazione delle analisi e delle proposte. In modo particolare la moltiplicazione delle banche di credito cooperativo, e delle banche etiche, con un nuovo modo di fare finanza, capace di svolgere un ruolo equilibratore rispetto agli agenti speculativi, e anche di valutare progetti di piccole e medie imprese, innovative sul piano energetico, (per farci risparmiare sulla bolletta), oppure volte a proposte culturali. Giungere insomma a una nuova architettura del sistema finanziario, che consenta all'individuo di progettare i suoi piani di azione nella vita.
***
Tenta di farlo, per esempio il famoso economista britannico, Nicholas Stern, professore alla London School of Economics, che individua nell'economia del petrolio l'origine dei gravi rischi climatici e dei costi sempre più insopportabili che in futuro il mondo intero dovrà pagare, se non si cambia fin da ora energia.
Sostiene quindi che occorre approfittare della crisi per fare punto e a capo, e cambiare strada, anche per tentare di uscire dalla crisi economico- finanziaria.
E' anche l'opinione di John Podesta, ex segretario generale della Casa Bianca, e presidente del Center for american progress, che ha stanziato 50 miliardi per azzerare le emissioni di CO2. Obama ne ha stanziati 15, e il mix di politiche governative e di mercato potrebbe favorire un ampio dispiegamento di tecnologie ecologiche nel campo dell'energia, dei trasporti, dell'edilizia, e dell'agricoltura. volto a favorire la promozione di un Global green deal, nel quale coinvolgere al più presto anche la Cina, per generare nuovi posti di lavoro, e, con i nuovi guadagni, nuovi gettiti fiscali. I cinesi hanno anche loro problemi climatici gravi: inondazioni, siccità, e inquinamento atmosferico. La loro produzione era soprattutto orientata al mercato estero, e rischia, nella attuale stagnazione dei consumi, di bloccarsi. Con gli operai tornati nelle campagne dopo la chiusura delle fabbriche nel Guandong, hanno interesse ad evitare tensioni sociali pericolose e individuare rapidamente nuove piste di sviluppo.
Contro queste ragionevoli prospettive si levano i due astri del pensatoio destrorso, Feltri e Giordano, su Libero, che felici delle nevicate di questi ultimi giorni, (un episodio atmosferico) definiscono ecoballe le previsioni sul cambiamento climatico, elaborate su dati statistici di 50 anni, non certo sulle precipitazioni di 2 giorni.
2) Antisemitismo in crescita negli Usa e in Europa.
Se gli illuminati hanno cominciato a dar lumi ai governi, invece i discorsi nei bar americani appaiono preoccupanti. Un articolo di un corrispondente negli Stati Uniti su Repubblica, denunciava giorni fa un vivace revival di antisemitismo, dopo che lavoratori e pensionati si sono visti azzerare i loro conti e risparmi dalle recenti bolle finanziarie. I managers delle banche - canaglia hanno perseguito soprattutto i propri interessi, nei mutui subprime, negli hedge funds, nei derivati, tutti strumenti fondati sulla disponibilità dei clienti a indebitarsi, anche con la carta di credito. Inoltre le autorità di controllo designate dallo stato, non hanno fatto in modo adeguato il loro mestiere, obnubilate anche loro dal pensiero economico unico.
E,- dice l'uomo del bar- guarda caso, erano tutti ebrei!...
La Sec, creata da Rooswelt nel 1934, per prevenire gli abusi finanziari, si è lasciata scappare numerosi casi di frode, tra i quali i più celebri quelli della Enron, della World.Com, della Andersen, della Adelphia.
Il caso Enron, il gigante della elettricità era cominciato già all'epoca della presidenza Clinton, grazie al senatore democratico Phil Gram,un portavoce degli interessi di Wall Street, che fece varare una leggina sulla deregolazione delle aste dell'energia, firmata da Clinton alla fine del 2000. Fu così che i futures invasero a migliaia il mercato. 4 anni dopo, Kenneth Lay, della Enron subiva una condanna per frode, per il fallimento della società nel 2001. L'ultimo caso è quello di Bernard Madoff, con la sua Madoff investment security, che ha appena fatto un crack di 50 miliardi di dollari.
E ebreo era anche Arthur Levitt, presidente della Sec, la Consob americana, fino al 2001, che si era servito della sua consulenza, invece di censurarla e bloccarla al momento opportuno.
Paul Samuelson nel 1965 diceva "Il prezzo di un titolo è la migliore stima del suo valore intrinseco.
Ma nel 2008, alla luce della tragedia dei cracks borsistici a ripetizione, concludeva che il processo di variazioni dei titoli, casuale e imprevedibile, poteva essere molto elevato e "che non sempre i mercati competitivi funzionano bene. " E, sul Corriere della sera del 20 ottobre 2008, scriveva.
"Il sottoscritto ed altri colleghi del MIT e di altre università americane rischiano di subire un rude trattamento quando incontreranno S.Pietro alle porte del paradiso." Parole sante, dette con umiltà: meglio tardi che mai!
Il laissez faire, laissez passer ha giocato un brutto scherzo anche ad Alan Greenspan,(Guarda caso ebreo anche lui!...- dice, a quanto pare, l'uomo del bar.) Presidente della Federal Reserve, ha abbassato per anni i tassi di interesse oltre ogni limite, inducendo gli americani a indebitarsi per tutto. (casa, figli al College, macchina, arredamento), e solo nel 2005 aveva provato dinanzi alla Commissione del Senato, a rialzarli.
Finalmente, dinanzi alla commissione di controllo del Senato americano nel 2008 ha dichiarato, a sua giustificazione: Negli ultimi decenni si è formato un sistema di gestione del rischio e dei prezzi, grazie alle migliori intuizioni dei matematici ed esperti finanziari, confortati dagli straordinari progressi dei computers e delle comunicazioni. L'edificio è crollato perchè il modello costruito si basava solo sui dati degli ultimi 20 anni, un periodo di euforia. (?!)
Euforia determinata da che cosa? Una bevuta in eccesso di champagne, o un'alterazione ormonale da testosterone? Razionalità nei calcoli, senza ragionevolezza, per gli uomini. In realtà si trattava di modelli teorici di economia del tutto erronei, perché fondati sul debito, come fattore determinante per dare valore e prezzo alle merci, nell'esclusivo interesse degli azionisti dell'impresa produttrice.
A seguito della Grande depressione del '29, in Germania si assegnava la colpa di tutte le disgrazie economiche del paese al complotto delle plutocrazie giudaiche, in testa al potere economico in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Tornerebbe quindi, perfino negli Stati Uniti, il paese dei mille culti religiosi, il clima razzista antisemita della Germania Anni Trenta?
Ebreo è un termine generale, che comporta tuttavia profonde varianti. Per essere intellettualmente onesti (e non razzisti di segno opposto), credo bisognerebbe sempre chiedere a un ebreo, come a qualsiasi altro uomo, come si colloca rispetto ai valori essenziali, e da che cosa li desuma: dalle Sacre Scritture o da qualcosa che si chiama coscienza?
Chiederei a quali norme etiche si aggancia, a quelle utilitaristiche personali, oppure se ritiene che il progresso morale e materiale degli individui sia più importante dei propri profitti. (I fratelli Rosselli negli anni Venti-Trenta hanno speso tutto il loro patrimonio nella lotta politica antifascista, portando in salvo persone condannate, e organizzando l'opposizione dall'esilio in Francia, delinenado nel "Socialismo liberale" le coordinate di una economia sociale di mercato, che prevedesse reti di protezione contro la giungla liberista, combattendo per la libertà, e senza trarne alcun vantaggio personale. Mentre altri israeliti accettavano posti gerarchici importanti nell'establishment fascista,a cominciare da Margherita Sarfatti, e solo nel 1938, con le leggi razziali, dovevano svegliarsi dal sogno.
(Lo testimonia anche Bassani nel suo Romanzo di Ferrara)
Chiederei a un ebreo, in tempi di liberismo selvaggio, senza reti, come si colloca rispetto al denaro che fabbrica denaro, a detrimento del lavoro, o se ritiene auspicabile un humanistic management nell'esercizio della finanza. Se predilige il proprio interesse, e dei propri familiari, o pensa piuttosto al bene comune, indipendentemente dal fatto che il cliente sia o no ebreo. Cosa pensa poi del principio di libertà: vale solo per la libertà di impresa, come battaglia contro i lacci e lacciuoli, o ritiene giusto che qualsiasi 'individuo riesca ad attuare il proprio progetto per la vita?
Come si pone di fronte ai diritti nazionali e a quelli internazionali: si sente solo cittadino del suo paese o sente i problemi dei suoi vicini, nel rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite? E allora si potranno rilevare le differenze tra gli ebrei, come del resto quelle comportamentali che esistono fra tutti gli uomini!...
Succede infatti anche a un ez speculatore finanziario come George Soros di interrogarsi sulle proprie pratiche di arricchimento negli anni Novanta, all'epoca della New Economy info telematica, e di analizzare le proprie responsabilità nella bolla finanziaria dell'epoca, per autocriticarsi e spendere poi il suo denaro in una fondazione di ricerca. Sui perseguitati politici nei paesi dell'Est-europeo.
Ben diverso appare il caso di Bernard Madoff, che non pare avere mai avuto dubbi sulla legittimità morale della sua Madoff investment security.
Ora agli arresti domiciliari, è accusato, di aver provocato di recente un crack da 50 miliardi di dollari, con la sua società, grazie a rendimenti tutti finti, trascinando nel vortice la BNP francese, il banco Santander, la Royal bank of Scotland, e perfino Unicredit. Vedremo come reagirà la giustizia americana.
E soprattutto se Obama, per bloccare gli abusi finanziari.
deciderà di ripristinare la differenza fra banche commerciali e banche di investimento, promossa da Rooswelt e cancellata da Clinton nel 1999, all'origine dell'impoverimento di milioni di americani.
3) La guerra a Gaza
Il clima è gravissimo. Hamas ha violato la tregua concordata con Israele, anche perché mai, come nel 2008, il livello di vita nella Striscia è stato peggiore.
A Gaza non c'è acqua pulita e spesso manca l'elettricità.
I bambini, da 0 a 14 anni, numerosissimi, sono vistosamente denutriti e in gran parte malati, come testimonia l'associazione Save the Children a Ramallah..
Attraverso le gallerie sotterranee scavate alla frontiera egiziana, arrivano a Gaza aiuti umanitari, medicine, cibo che venfono distribuite da Hamas alla popolazione, ma soprattutto armi.
Tutta la Striscia è attraversata da una rete di cunicoli sotterranei, fatti apposta per dare rifugio a guerriglieri in fuga, per consentire loro di riapparire altrove, se ricercati. Sono evidenti forme di resistenza alla occupazione territoriale israeliana, che dura dal 1967, malgrado una risoluzione delle Nazioni Unite avesse imposto loro di liberare tutti i territori conquistati nella guerra dei 6 giorni. Per la vita quotidiana dei palestinesi, continuamente bloccati ai cheks points per ogni spostamento quotidiano, l'occupazione è' sempre più intollerabile Anche gli arabi israeliani, privilegiati sotto alcuni aspetti, cominciano ad averne abbastanza.
I missili Qassam hanno ripreso a piovere dunque su Israele, che finora non ha potuto difendersi, ma soprattutto non ha mai voluto riconoscere in Hamas il secondo interlocutore con cui trattare, oltre Abu Mazen -
E la sua risposta è stata militare, con i carri armati entrati nel centro di Gaza City, dove si combatte casa per casa. Negli ospedali di Gaza non c'è più posto. I feriti sono migliaia, i morti 900. E l'Onu ha lasciato Gaza.
Israele ha condotto l'attacco, forse approfittando del fatto che Bush, suo principale sostenitore, è ancora il Presidente Usa, fino al 20 gennaio. Avrebbero voluto perfino colpire i centri nucleari iraniani, e chiesto il permesso di sorvolare l'Iraq, ma Bush lo aveva negato, per non mettere a repentaglio i 140.000 soldati presenti nel paese. In previsione del prossimo duello elettorale di febbraio, Olmert ha dato la linea militare, e Barack, ministro della difesa e Tsipi Livni, ministro degli Esteri di centro-sinistra, hanno dovuto giocare tutte le loro carte, per essere in grado di battere Netanyau, dato vincitore nei sondaggi. Hamas però, non vuole accettare il Cessate il fuoco, né la presenza internazionale alla frontiera egiziana, proposta da Mubarak e Sarkosy, per bloccare il traffico di armi.
E la conclusione potrebbe essere una terza Intifada, magari condotta questa volta in alleanza con Al Quaeda, con conseguenze imprevedibili per il mondo.
( Al Zawairi si è fatto già sentire, e il futuro è buio. ) Obama si dice preoccupato per le morti dei civili, e dei bambini, ma solo a partire dal 20 gennaio potrà intervenire. Speriamo che lo faccia con tutti gli interlocutori, per una soluzione negoziata a tutto campo. E soprattutto che non sia troppo tardi.
Molto preoccupanti infatti le manifestazioni di protesta, a sfondo antisemitico, in tutte le piazze di Europa, dove vengono bruciate le bandiere con la stella di David. Se pensiamo agli orrori del secolo scorso in Europa, ancora vivi nella memoria, le immagini tele-trasmesse stringono il cuore. Non finirà mai questo conflitto? Non è la prima volta che non appena un accordo sembra vicino, i fondamentalisti dell'uno o dell'altro campo si attivano per mandarlo a monte.
4) La parola degli scrittori
Conforta dunque la parola di un grande israeliano, David Grossman, che ha perduto suo figlio Uri nella recente guerra del Libano, e ha scritto un libro " A un cerbiatto somiglia il mio amore, (100.000 copie in Italia). Non solo per elaborare il grave lutto, ma per prendersi la responsabilità delle parole. Molto critico nei confronti della stampa governativa Israeliana, con i suoi eufemismi e le sue manipolazioni del senso, spesso indifferente alla realtà emotiva scaturita dalla occupazione ebraica in Palestina, aggravatasi dopo la guerra dei 6 giorni, nel '67. Grosmann afferma che è il DUBBIO, e non la fede, a guidare la sua ricerca di scrittore, per comprendere il reale,penetrando nelle parole, per ritrovare il senso della vita, non della vendetta. Da giovane ha studiato l'arabo, la lingua del "nemico ", e questo lo ha aiutato a capire meglio l'ebraico. I have a dream- ha detto: per Gerusalemme, uno dei nodi più drammatici del contenzioso israelo-palestinese, auspica uno statuto internazionale, (con l'Unicef, l'Unesco). E ci vorrebbe andare come ospite, possibilmente gradito: col suo passaporto.
***
Nel 2000 avevo incontrato la comunità ebraica di Marsiglia per discutere con loro del film di Benigni "La vita è bella". Una mia recensione su un giornale della città aveva destato l'interesse delle loro associazioni, e volevano discuterne. Si poteva ridere raccontando le loro disgrazie? Avevano percepito il film come una provocazione sulla loro sofferenza nei campi di concentramento. Erano d'accordo solo con la scena finale: quella del bambino che è l'unico a salvarsi nel campo di concentramento, salendo su un carro-armato. Vero, non il giocattolo che sognava!...
Il dibattito in sala fu molto acceso. Il comico non escludeva affatto il tragico della situazione- dicevano alcuni. Le opinioni del pubblico in proposito erano molto diverse, e si inasprivano specialmente quando il discorso toccava la linea politica di Israele.
Mi proposero altri incontri nella loro biblioteca, e nelle varie librerie della città e di Aix en Provence, per discutere, oltreché di cinema, anche di letteratura italiana. Il tema degli incontri sarebbe stato:
"Essere ebreo, essere italiano, essere scrittore".
Poteva essere interessante per loro ritrovare nelle pagine dei nostri migliori autori del Novecento, (SVEVO, SABA, BASSANI, PRIMO LEVI, CARLO LEVI ), le ragioni profonde dello scrivere.
Il ciclo di conferenze ebbe inizio proprio in concomitanza con un profondo cambiamento nella vita di Israele.
Infatti, proprio nel momento in cui si sperava di più nelle possibilità di un accordo di pace, fortemente mediatizzato perché appoggiato da Clinton, a Camp David, ritornava alla ribalta l'ex generale Sharon, con la sua provocatoria passeggiata sulla spianata delle Moschee a Gerusalemme, che doveva profondamente indignare gli animi di tutti i musulmani.
Ci furono elezioni anticipate nel 2001: Sharon,capo del partito di estrema destra, il Likud, vinse con una maggioranza strabordante contro Barack, protagonista degli incontri di pace con Arafat. E cominciò quindi violentissima la seconda Intifada, che da allora fino a oggi ha fatto 1000 morti israeliani e 5000 palestinesi.
A Marsiglia, l'atmosfera di libero confronto culturale che trovava negli Incontri di Averroè il momento più interessante, si deteriorò profondamente. Le premesse dell'accordo di Barcellona del 1995 tra le varie forze sulle due rive nel Mediterraneo furono annullate.
Nel cimitero ebraico di Carpentras erano state profanate alcune tombe, e a Marsiglia venne addirittura incendiata una sinagoga. Non si sapeva se attribuire i fatti alla destra lepenista francese, o alle comunità magrebine, largamente presenti nella città.
Nella comunità ebraica, doveva risvegliarsi, per difesa, una acuta "crispation identitaire". Gli ebrei erano di nuovo gli accerchiati e pronti ad erigere il muro di cinta comunitario. Quando nei nostri incontri letterari parlammo di Primo Levi discutemmo, tra l'altro, anche dell'intervista da lui rilasciata a Gad Lerner dopo la strage di Sabra et Chatila, nel 1984, in cui furono massacrati 3000 palestinesi dei campi profughi.
I falangisti cristiani, erano stati direttamente responsabili della strage, non gli israeliani, ma l'allora generale Sharon non aveva fatto nulla per impedirla.
Ed era stato proprio quel tragico evento a cancellare in Primo Levi qualsiasi ottimismo sull'avvenire in Medioriente, malgrado Sharon, per questa sua omissione di soccorso, fosse stato processato e perfino rimosso dall'incarico. Venne pubblicato Sommersi e salvati, forse il più tragico dei libri di Levi, un' interrogazione problematica sulla natura umana, e sul comportamento di alcuni ebrei all'epoca del nazizmo, per navigare, insieme ai lettori, nello spazio aperto e procelloso della verità. Era possibile che le vittime di ieri, diventassero ora i nuovi carnefici?
Il dubbio risultò essere il motore filosofico dell'opera di Primo Levi, come pure quello di Giorgio Bassani, nel Romanzo di Ferrara, ed è oggi lo stesso che Grossman rivendica come necessario alla sua scrittura, non solo per elaborare il grave lutto che lo ha colpito, ma per penetrare nella realtà, e poter guardare, dopo la morte di suo figlio, alla vita, non alla vendetta.
Inventare storie, o raccontare le proprie, può cambiare il mondo.
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