Francesco Scalia
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Come è noto l'assemblea dei sindaci dell'ATO5, convocata per il 27 gennaio 2009, si è conclusa con l'approvazione di un documento presentato dai sindaci di area SDI che propone:
- di non attivare alcun ricorso al TAR avverso la delibera del COVIRI che ha dichiarato illegittimi gli aumenti tariffari del servizio idrico e la loro retroattività
- di ottemperare alle indicazioni del COVIRI
Sono state invece respinte sia la proposta di Francesco Scalia (sospendere l'efficacia degli aumenti tariffari e avviare una trattativa con il gestore ACEA) che quella presentata dal centro-destra (annullare gli aumenti tariffari).
In pratica, poiché "ottemperare alle indicazioni del COVIRI" è un'espressione troppo generica, possiamo affermare senza timore di essere smentiti che l'assemblea dei sindaci dell'ATO5 non ha deciso un bel niente.
Il confronto in aula è stato stucchevole. I sindaci si sono espressi (con qualche limitata eccezione) coerentemente con le posizioni degli schieramenti politici di appartenenza. Le uniche (e apprezzabilissime, nell'opinione di chi scrive) eccezioni sono stati gli interventi di Giuseppe D'Onorio (sindaco di Veroli) e Nazareno Pilozzi (sindaco di Acuto) che hanno sottolineato l'evidente difficoltà dell'assemblea dei sindaci nell'affrontare il problema dei rapporti con il gestore, e la conseguente opportunità di procedere ad un commissariamento che deleghi ogni responsabilità alla Regione Lazio. Entrambi, inoltre, hanno speso parole a favore di una qualche forma di iniziativa popolare che liberi le comunità locali dall'obbligo, sancito per legge, di affidare al settore privato la gestione del servizio idrico.
In effetti l'ipotesi di un commissariamento non appare peregrina, poiché è apparsa evidente la totale mancanza di autonomia, sul piano politico, dei sindaci; come pure la loro impreparazione, sia per carenze strutturali, sia, in qualche caso e detto senza intenzione di offendere (stante la difficoltà della materia), per inadeguatezza tecnica personale.
L'assemblea è stata anche l'occasione per un confronto, tutto interno al centro-sinistra, tra lo SDI e il Partito Democratico. Risoltosi in questa occasione a netto favore dello SDI, i cui rappresentanti hanno dato prova di una compattezza e di un livello di coordinamento che nel PD appare a chi scrive del tutto assente. Aleggiava, nel salone di rappresentanza dell'Amministrazione Provinciale, la presenza del leader dello SDI Gianfranco Schietroma, mentre non ho avuto sentore di un analogo alone riconducibile al leader del PD e candidato alla presidenza della provincia Francesco De Angelis. Quest'ultimo mi appare, sempre di più, come il semplice portavoce di un partito tutto nelle mani di "valvassori e valvassini", a dispetto di un seguito personale di tutto rispetto, pure certificato dal gran numero di preferenze incassato alle ultime elezioni regionali.
Ma il vero sconfitto della giornata è stato, a mio avviso, l'avvocato Francesco Scalia, la cui parabola politica sembra aver raggiunto un punto di flesso. Se, infatti, la sconfitta del suo improvvido tentativo di realizzare un aeroporto a Frosinone non sembra sostanzialmente imputabile a suoi errori di manovra (se ci fossero stati glieli avremmo perdonati volentieri - n.d.r.), non altrettanto si può dire del modo in cui ha condotto l'affare ACEA-ATO5. Troppi errori, troppe sconfessioni sia politiche che istituzionali (ad esempio la delibera del COVIRI) e, da ultimo, l'indagine della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura di Frosinone. Forse non è azzardato affermare che oggi Francesco Scalia è solo l'ombra dell'astro politico nascente che, qualche anno fa, l'ossequiosa stampa locale osannava e fregiava del titolo di "Cardinale" .
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