Leonardo Mazzei
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Gli interventi sono stati numerosi. In questa pagina è riportata una selezione dei più significativi (a mio sindacabile giudizio). L'elenco completo degli interventi è disponibile seguendo i links sottostanti:
Non posso riferirvi l'esito delle votazioni (se vi sono state, il pomeriggio di domenica 25) sul testo del documento elaborato dai cosiddetti amanuensi, perché ho dovuto lasciare l'assemblea subito dopo pranzo per improrogabili impegni. Posso però fornirvi le mie impressioni "a caldo", senza nemmeno aver avuto il tempo di riascoltare gli interventi. Credo di aver assistito ad uno di quegli eventi, che da un po' di tempo hanno preso a succedersi, che stanno segnando una ripresa dell'impegno politico, alimentata da intellettuali e politici per vocazione, ma anche da semplici cittadini che stanno prendendo coscienza dell'urgenza di agire, per non essere più spettatori passivi delle decisioni assunte dalla casta politica. Ecco: la percezione che l'attuale classe politica, nel suo insieme, costituisca ormai un'articolazione indipendente e autoreferenziale, è sicuramente una delle ragioni di questa primavera popolare della politica. Ma non l'unica, perché anche negli ambiti deputati all'elaborazione teorica comincia a farsi strada l'urgenza di un ripensamento radicale di concezioni ideologiche che la storia ha dimostrato essere affette da difetti rivelatisi letali. Insomma, la rielaborazione del pensiero di ispirazione marxista, che molti intellettuali hanno intrapreso, non si configura più come una semplice correzione di rotta, ma pretende di andare al fondo delle questioni, anche sollecitando il contributo di altre tradizioni di pensiero con alcune delle quali, nel novecento, sono sorti duri conflitti.
In questa ottica va interpretata, ad esempio, la partecipazione al convegno di alcuni sostenitori della Democrazia Diretta (Franco Dell'Alba, Leonello Zaquini (video1 e video2), Lino Parise e altri), che in altri tempi sarebbero stati tacciati di "riformismo borghese" e trattati di conseguenza. Certo, è necessario essere cauti nel promuovere aperture, specialmente nei confronti di correnti di pensiero politico che hanno avuto esiti non solo degenerativi ma anche marcatamente (e coerentemente, aggiungo, con i presupposti) reazionari. Almeno uno degli interventi, quello di Roberto Fondi, mi è apparso inquietante: ai lettori il compito di giudicare.
Il tema centrale del convegno non è stato, tuttavia, la disamina critica del documento degli amanuensi, la cui condivisione mi è sembrata sostanzialmente completa, quanto piuttosto la definizione di una strategia d'azione, sia dell'associazione che dei movimenti anti-capitalisti in generale. Si sono confrontati due approcci. Uno, che definirei teleologico, secondo il quale è necessario approfondire la critica della fase storica attuale, per proporre una chiave di lettura (e quindi di azione) massimamente efficace e condivisibile (ad esempio: Leonardo Mazzei video1 - video2 - video3). Un secondo, che mi piace definire approccio euristico (il cui più appassionato sostenitore è stato Moreno Pasquinelli - video1 e video2) secondo il quale occorre adottare una strategia di elaborazione teorica di tipo adattivo, prediligendo la partecipazione diretta ai fenomeni di riappropriazione, dal basso, di una effettiva e democratica sovranità popolare, anche al costo di contaminazioni competitive con altre proposte politiche che, sicuramente, sarà necessario fronteggiare.
Questa breve sintesi è, ovviamente, del tutto personale. Mi aspetto che sia criticata, perfino rigettata del tutto. Spero, in ogni caso, che i video che sono stati realizzati, in quanto "dato oggettivo", possano essere utili alla discussione e al confronto.
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