Tra le città di Roma e Napoli, incuneata tra la Ciociaria e l'Agro Pontino, si trova un'aguzza montagna, ricoperta da una fitta boscaglia. Talmente fitta che anche un cinghiale avrebbe difficoltà a penetrarvi. Un giorno, di ritorno da un'escursione solitaria, persi l'orientamento, e mi ritrovai a vagare in quel luogo, sempre più inquieto, anzi spaventato, strisciando sovente per terra per farmi largo tra i rovi. Nascosto nella boscaglia, nel luogo più impervio e solitario, c'è un enorme masso, la cui base è ricoperta da un fitto tappeto di muschio. Ma non fidatevi a camminarci sopra, potrebbe accadervi quello che è successo a me: improvvisamente, la superficie ha ceduto, e mi sono trovato a ruzzolare per uno stretto cunicolo. Una lunga, interminabile caduta, mentre liane untuose mi sferzavano il viso e le braccia. Inutilmente tentai di afferrarle, per frenare la corsa verso il basso! Sembravano ricoperte d'aria, per quanto erano fuggenti. Dopo un tempo interminabile, il mio precipitare ebbe fine, con un tuffo nell'acqua limacciosa di uno stagno. Ne uscii con il corpo stranamente asciutto, ma ricoperto da una viscida sostanza verdastra. Dove ero finito, vi domanderete voi, cari lettori? E come ho fatto ad uscire da quella situazione? Lo saprete ben presto, ma, quanto alla seconda domanda, per il momento non vi parlerò della stravagante avventura al termine della quale riuscii a tornare nel nostro mondo. No! Da oggi vi narrerò, in forma di cronaca, poiché non possiedo il talento dello scrittore (al massimo, sono un umile cronista), gli eventi ai quali assistetti nel periodo della mia permanenza in quel luogo. Il cui nome è Cicorìa (con l'accento sull'ultima ì).

Nella Valle dei Cicoriani si trovano decine di piccoli paesi, il più importante dei quali, diciamo il capoluogo, è Forisenno. Ma vi sono anche Rentefino, Atrali, Velori, Fopi, e tanti altri. Uno strano posto, la Cicorìa, governato da leggi fisiche simili alle nostre, ma con qualche differenza. La prima che mi viene in mente, tra le tante, è il modo in cui funzionano gli specchi. Se vi specchiate in Cicorìa, infatti, e provate a muovere il braccio destro, la figura di là della superficie  muoverà anch'essa il braccio destro, invece che il sinistro, come avviene nel nostro mondo "normale".  Si chiama isometria diretta, questo fenomeno, mentre da noi gli specchi seguono la legge dell'isometria riflessa. Come mi è stato spiegato da un noto ingegnere del posto, un certo Nomitti, una conseguenza di questa isometria diretta della luce sembra essere il fatto che, in quel luogo, la legge di Bernoulli si manifesta in direzione perpendicolare rispetto a quella lungo la quale agisce da noi. Di conseguenza, quella cosa che noi chiamiamo portanza aeronautica, e che permette agli aerei di sollevarsi in volo, in quel luogo funziona come un attrito. Accade così che, per volare, i Cicoriani usino delle macchine molto simili, nella forma, alle nostre mongolfiere, e che i loro aeroporti si chiamino mongoporti.

Poiché, come vi ho detto, non sono uno scrittore, ma solo un umile cronista con qualche competenza tecnologica, ho preferito narrare gli eventi ai quali ho assistito di persona utilizzando un programma di animazione. Questo mi aiuterà, lo spero, nel sottrarmi alle critiche degli scrittori di talento, che non mancano nella nostra terra, la Ciociaria (con l'accento sull'ultima i), e soprattutto a Frosinone, la sua città più importante.

Oggi vi presento la sigla del lavoro di animazione che ho realizzato, anche grazie all'aiuto di molti amici. Nelle prossime settimane, man mano che le successive puntate saranno pronte, le pubblicherò sul sito di ecodellarete.net. Buona visione e buon divertimento.

Ah, dimenticavo! Alcuni fatti e personaggi potrebbero farvi pensare a vicende nostrane, per così dire "reali", ma si tratta di pura coincidenza. In Cicorìa, la luce obbedisce alla legge dell'isometria diretta, non dimenticatelo mai!